Fascite plantare, quali esercizi fare per curare questa dolorosa infiammazione
Fascite plantare, quali esercizi fare per curare questa dolorosa infiammazione che colpisce il legame arcuato del piede, con il dolore che può interessare il calcagno, o anche tutta la pianta del piede, dolore assai fastidioso che se particolarmente acuto, rende addirittura difficile anche il solo camminare. Come un po’ tutte le infiammazioni, va curata tempestivamente perché altrimenti si potrebbe anche correre il rischio che tale infiammazione possa diventare cronica, e in tal caso i fastidi sarebbero veramente difficili da sopportare. Quindi è bene che alle prime avvisaglie del problema si consulti tempestivamente il medico proprio per accertarsi dell’origine del dolore. Se viene diagnosticata una fascite plantare, o anche solo una tallonite, che è poi una delle varianti sempre della stessa infiammazione, è bene correre subito ai ripari, in modo da limitare drasticamente il rischio che da una semplice e banale, seppur dolorosa, infiammazione, si possa arrivare a qualcosa di più fastidioso e difficile da eliminare. Per questo, una volta accertata l’origine del problema, è necessario intervenire subito con la cura farmacologica adeguata e con degli esercizi mirati in modo da venire rapidamente a capo del malessere.
Gli esercizi utili per la Fascite plantare sono diversi, alcuni abbastanza semplici, e possono essere fatti anche senza l’aiuto di nessuno. Gli esercizi da fare in particolar modo sono quelli di stretching, ovvero il classico allungamento muscolare, quello che fanno tutti gli atleti. Questi esercizi aiutano a distendere i muscoli del piede e del calcagno, per cui possono essere molto utili per migliorare la patologia. Eccone alcuni. Sedersi su di una sedia, con le ginocchia piegate a 90 gradi, con entrambi i piedi, ovviamente senza calzature, poggiati al suolo. La punta del piede dolente deve essere sollevata verso l’alto, mantenendo sempre il tallone ben piantato al suolo, e in questo modo si distendono i muscoli della pianta del piade. L’esercizio va ripetuto 10 volte, anche più volte al giorno.
Un altro esercizio prevede la posizione seduta, ma al suolo, con la gamba del piede dolente tenuta distesa in avanti, mentre l’altra gamba va tenuta piegata. A questo punto, con un asciugamano, avvolgere la pianta del piede dolente e tirare delicatamente verso di sé, in modo da mettere in tensione i muscoli della parte posteriore della coscia e anche quelli della pianta del piede stesso. Ripetere l’esercizio 4-5 volte e anche più volte nel corso della giornata. In questo modo è possibile, se si eseguono gli esercizi con una certa costanza, lenire significativamente il problema.
Altro esercizio. Si parte dalla posizione in piedi, di fronte ad una parete, alla distanza di circa un metro. Spostare un piede in avanti, mantenendo l’altra gamba nella posizione di partenza, ben diritta, con il tallone ben piantato al suolo. Ora, poggiare le mani alla parete e piegarsi in avanti fin quando non si avverte una tensione al polpaccio. Ripetere l’esercizio 4-5 volte e semmai anche più volte nell’arco della giornata. Se non si ottengono risultati significativi con i soli esercizi, è possibile anche ricorrere alla Fisioterapista che può variare in diverse terapie, come gli ultrasuoni, la magnetoterapia, la ionoforesi, le onde d’urto radiali e la fibrolisi.
Infine i farmaci. Si utilizzano per lo più antinfiammatori locali, quindi sotto forma di pomate o anche i cerotti che rilasciano il principio attivo in un certo lasso di tempo. È possibile anche ricorrere alla terapia sistemica a base di antinfiammatori classici, o anche a infiltrazioni direttamente nel luogo dell’infiammazione, di solito a base di cortisonici, gli antinfiammatori per eccellenza. Va detto però che alcuni soggetti che già utilizzano alcuni farmaci antinfiammatori, come appunto l’aspirina, e ci si riferisce ai cardiopatici o a chi a problemi cardiovascolari, dovrebbero ricorrere ai farmaci antinfiammatori solo in casi estremi, altrimenti si potrebbe correre il rischio di esporre il paziente a problemi di perdite ematiche.